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DiAdriano Del Rosso

Fare gruppo nelle istituzioni: resti e immagini di senso

Livio Comin, Psicologo Psicoterapeuta e Giacomo Tessari neuropsichiatra infantile, analista di gruppo, già primario CSM Firenze, raccontano la loro esperienza nel corso della loro pratica professionale all’interno dei DSM, nella costruzione di spazi mentali di gruppo per favorire e sviluppare il senso e la pratica quotidiana di lavoro.

L’ESPERIENZA DI COSTRUZIONE E SVILUPPO DI UN LABORATORIO SULLA GRUPPALITA’ NEI SERVIZI DI SALUTE MENTALE

Giacomo Tessari, Giuseppe Livio Comin

La relazione tratta della costruzione del setting e dei modelli di conduzione dei gruppi psicoterapeutici nei servizi di salute mentale, con particolare riferimento al rapporto fra “campo” del gruppo e “campo” del servizio, fra setting e multisetting.

Il tutto sarà articolato in tre parti.

Nella prima viene presentata una analisi della situazione storica dei

servizi in Italia, interrogandosi sui modelli

culturali fondanti dei servizi di salute menate e come questi sono cambiati nel tempo. Nella seconda parte si descrive l’esperienza, durata 5 anni, di un laboratorio sulla gruppalità realizzato nell’area fiorentina e che ha visto la partecipazione di numerosi operatori, di formazioni varie, proveniente da numerosi servizi di salute mentale degli adulti e dell’infanzia-adolescenza.

Nella terza parte si riportano alcuni passaggi di una seduta di un gruppo terapeutico che rimanda non solo alle tematiche del gruppo, ma che risuona anche per i cambiamenti istituzionali in atto fra cui il trasloco della sede del Centro di Salute Mentale.

DiAdriano Del Rosso

E’ possibile pensare insieme mentre cadono le bombe? Conflitti, aggressioni e ……….

Seminario 26 Maggio

Nel Seminario Brasilia: una nuova esperienza (1987),  Bion,  utilizza l’immagine del generale che deve continuare a pensare  mentre cadono le bombe come metafora di quanto deve fare l’analista, un gruppo, in situazioni estreme, quelle in cui si spara contro la loro capacità di pensare e sembra che vengano sollecitate ansie così forti da far “perdere la ragione”. In genere situazioni di questo tipo spingono verso l’agire, si agisce o si risponde con l’agire posti di fronte all’agire di altri.

Ancora più difficile risulta continuare a pensare quando in una relazione tra persone o tra popoli si  passa al mettere in atto la guerra. Continuare a pensare per mantenere aperto un dialogo è in questi casi pressochè impossibile.  E dico pressochè pensando alle esperienze di fraternizzazione tra soldati di cui memorie e documentazioni storiche ed artistiche conservano le tracce. Il che ci richiama al fatto che “la ragione”, la capacità di pensare si mantiene viva pur in presenza del passaggio all’atto dell’istinto di morte. Alla stessa maniera sappiamo come la distruttività continui ad essere presente anche in tempo di pace e possa dare forma a contesti di “guerra fredda”, una guerra che non arriva a minacciare la sopravvivenza biologica degli umani ma sicuramente la loro vitalità psicofisica. Conflitti, aggressioni e violenze puntuali possono esserne la manifestazione rilevabile.

In questi ultimi tempi il fenomeno è diventato talmente evidente da essere diventato oggetto di attenzione diffusa. Anche nelle istituzioni socio sanitarie ed educative l’attenzione è alta. Nel caso delle aziende socio sanitarie si è tradotta persino in indicazioni ministeriali per la costituzione di gruppi di lavoro che affrontino il tema delle aggressioni e violenze da parte  degli  utenti e tra operatori.

Le relatrici tutte impegnate come psicologhe per il Benessere Organizzativo, illustrano nel seminario cosa succede quando sulla scena istituzionale ci troviamo di fronte a fenomeni di questo tipo e approfondisce la questione posta nel titolo ovvero se in questi contesti sia possibile  mantenere vivi spazi di pensiero di gruppo e come.

a cura di Gabriella Smorto

DiAdriano Del Rosso

L’intervento psicodinamico multiplo con gli adolescenti difficili

Il gruppo in adolescenza rappresenta non solo un’indispensabile esperienza al servizio della crescita, ma anche un prezioso strumento di aiuto per quegli adolescenti che hanno la tendenza a manifestare il loro disagio all’interno del branco con agiti comportamentali distruttivi

Daniele Biondo propone una prassi educativa e formativa orientata dalla dimensione inconscia delle relazioni affettive, che affonda le sue radici nella dimensione gruppale, considerata come specifica dimensione adolescente della mente.

Il setting psicodinamico multiplo è un setting caratterizzato da diversi aspetti ambientali: lo spazio educativo come luogo d’incontro, la necessità di un tempo lungo per sviluppare la relazione,  la teoria sul blocco del processo simbolico, il gruppo educativo come ambiente privilegiato per agganciare gli adolescenti irraggiungibili. Lo stesso setting è fondato sull’integrazione di diversi dispositivi: l’osservazione in gruppo, la promozione di esperienze transizionali, la promozione dell’esperienza del gruppo eterosessuale, il tutoraggio individualizzato, lo sportello di ascolto, il gruppo esperienziale, la supervisione psicodinamica.

Tratto da la 4° di copertina del libro: di D. Biondo, Fare gruppo con gli adolescenti, ed F. Angeli